Credito di lavoro

Fondo di garanzia presso l'INPS

Un lavoratore che vanti un credito verso il suo datore di lavoro può attuare una serie di iniziative per tutelarsi ma, come vedremo, questo non lo garantisce circa il buon fine del recupero del suo credito. In primo luogo, il lavoratore che non riceva la retribuzione o la riceva in ritardo può dimettersi per giusta causa. Le dimissioni per giusta causa danno diritto a ricevere l'indennità sostitutiva del preavviso prevista dal CCNL. A questo riguardo bisogna fare molta attenzione perché le dimissioni, una volta giunte a conoscenza, anche oralmente, del datore di lavoro sono irrevocabili. Il credito di lavoro si può recuperare con un procedimento monitorio e con la eventuale successiva esecuzione, che culmina nel pignoramento. Anche in questo caso bisogna fare molta attenzione, perché con il procedimento monitorio - che si può incardinare solo se il lavoratore ha ricevuto le buste paga (in caso contrario, potrebbe essere leggermente più difficile ottenere un decreto ingiuntivo, in mancanza del quale potrebbe essere necessario un più lungo giudizio ordinario) - in mancanza di opposizione del datore di lavoro, si può ottenere il titolo esecutivo che consente di procedere con l'esecuzione, tuttavia se il debitore è insolvente si corre il rischio di recuperare, dopo una discretamente lunga serie di atti, solo quanto può rimborsare il Fondo di Garanzia presso l'INPS. In sintesi, i crediti di lavoro si possono recuperare in pochi mesi, ovvero dal Fondo di garanzia presso l'INPS.

Autore: Tommaso Dilonardo 15 feb, 2023
Un caso particolare di illegittimità del contratto a tempo determinato. Il contratto a tempo determinato, perché non abbia vizi, deve rispettare una normativa molto puntuale. Questo deriva dal fatto che il termine a un contratto costituisce una caratteristica che penalizza moltissimo questo rapporto, rispetto soprattutto al tipo ordinario di rapporto di lavoro, quello subordinato a tempo indeterminato che resta sempre il contratto tipico. Qui non analizzerò tutti i tipi di illegittimità del contratto a tempo determinato, ma solamente un tipo di illegittimità. Il contratto deve esistere e dev'essere sottoscritto, sia dal datore di lavoro che dal lavoratore, in mancanza di questo è illegittimo. Il modello Unilav non è un contratto, ma solo un importante documento che fornisce indicazioni sul rapporto di lavoro. Se quindi al momento dell'inizio del rapporto il contratto, nonostante sia stato formalizzato a tempo determinato, non vi è stato consegnato e non l'avete firmato, il vostro contratto è illegittimo e consente di chiedere al datore di lavoro il risarcimento del danno e la conversione del rapporto a tempo indeterminato.
Autore: Tommaso Dilonardo 06 apr, 2022
Cercherò di fare, in estrema sintesi, il punto della situazione. Dopo la conversione in legge del Decreto dignità, sarà necessario comprendere quale norma applicare al caso concreto e soprattutto quale interpretazione darà la giurisprudenza alle nuove norme. Le modifiche più significative sono le seguenti: I contratti acausali possono essere stipulati per un massimo di dodici mesi; la durata massima è fissata in ventiquattro mesi con un massimo di quattro proroghe: (eccetto che per le attività stagionali, per il personale artistico e tecnico delle fondazioni di produzione musicale, e altri casi specifici) il superamento dei dodici mesi può avvenire solo per: sostituzioni; esigenze straordinarie, temporanee e oggettive; incrementi temporanei e non programmabili dell'attività ordinaria; il termine per l'impugnazione è aumentato da centoventi a centottanta giorni dalla cessazione del contratto. Al momento, le normative applicabili ai contratti a tempo determinato sono dunque quattro: fino al 13/7/2018 il D.lgs. 81/2015; dal 14/7/2018 all'11/8/2018 il D.L. 87/2018; dal 12/8/2018 la legge 96/2018; dall'1/11/2018 art. 1, comma 2, L. 96/2018.
Autore: Tommaso Dilonardo 06 apr, 2022
In caso di somministrazione illecita, il lavoratore può chiedere il risarcimento del danno e l'assunzione all'utilizzatore.
Autore: Tommaso Dilonardo 27 feb, 2022
Il lavoratore ha un pieno diritto di difesa che dev'essere esercitato con molta attenzione, per evitare che tale diritto di difesa sia leso o vanificato.
Autore: Tommaso Dilonardo 27 feb, 2022
Dopo l'entrata in vigore del Jobs act, i risarcimenti dovuti al lavoratore per la illegittimità di questo licenziamento si sono notevolmente ridotti. Tuttavia "Il criterio di commisurazione dell’indennità da corrispondere per i licenziamenti viziati sotto il profilo formale o procedurale, ancorato in via esclusiva all’anzianità di servizio, 'non fa che accentuare la marginalità dei vizi formali e procedurali e ne svaluta ancor più la funzione di garanzia di fondamentali valori di civiltà giuridica, orientati alla tutela della dignità della persona del lavoratore'. Soprattutto nei casi di anzianità modesta, 'si riducono in modo apprezzabile sia la funzione compensativa sia l’efficacia deterrente della tutela indennitaria': la soglia minima di due mensilità non è sempre in grado di porre rimedio all’inadeguatezza del ristoro riconosciuto dalla legge."
Autore: Tommaso Dilonardo 27 feb, 2022
Tutti i licenziamenti si possono impugnare. Se viene accertata l'illegittimità del licenziamento, il lavoratore ha diritto a un risarcimento e, in alcuni casi, alla reintegrazione nel posto di lavoro.
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