Mobbing

Danni biologico, morale e patrimoniale

Il mobbing può riguardare tutte le categorie di lavoratori. L'azione mobbizzante è di solito subdola, dunque apparentemente inesistente e mirante a un fine illecito. Le cause sono molteplici, ma l'obiettivo è sempre uguale: mettere a disagio il lavoratore affinché decida di dimettersi. I casi in cui si crea disagio al lavoratore per altri motivi esula dal nostro compito illustrativo in queste poche righe e può formare oggetto di indagine in ambito penale. Un lavoratore, sia esso apprendista, operaio, impiegato, quadro, dirigente, se è troppo bello o troppo brutto, se veste alla moda o no, se è simpatico o antipatico, se è troppo o poco bravo, se tende ad assecondare troppo o poco il datore di lavoro o i superiori o i colleghi, insomma in qualunque situazione egli, lavoratore, si evidenzi in un rapporto di lavoro, può divenire oggetto di una particolare e sgradita attenzione, da parte di colleghi, superiori o datore di lavoro. I colleghi che iniziano a criticare alle spalle il malcapitato, che si rifiutano di scambiare due chiacchiere con lui nelle pause, che lo escludano dalla pausa caffè, che sul lavoro non gli forniscono le informazioni necessarie perché il lavoratore mobbizzato svolga serenamente il suo lavoro: l'esempio più elementare è che sia necessaria una password e che questa venga fornita errata o non venga fornita affatto. Nell'esempio fatto, quello che accade, si chiama mobbing orizzontale. Il datore di lavoro che per esempio tolga le mansioni a un dipendente lasciandolo senza far niente, che gli assegni un ufficio senza finestre, che lo rimproveri senza rispettare le regole legali, che lo faccia oggetto di procedimenti disciplinari che sistematicamente non culminino in provvedimenti sanzionatori, questo sarebbe il cosiddetto mobbing verticale. Questi sono alcuni esempi degli infiniti fatti che possono dare luogo al mobbing. Va anche detto che del nome mobbing si fa spesso un uso improprio, nel senso che fatti che trovano la loro spiegazione giuridica nell'ordinario diritto del lavoro sono stati proposti troppo spesso ai tribunali come mobbing, e che questo non ha giovato a questo importante istituto giuridico. Chi è oggetto di mobbing può rivolgersi a un tribunale per chiedere che siano accertati i fatti che egli ritiene che lo abbiano danneggiato, ma avrà diritto a un risarcimento solo se sarà in grado di provare in giudizio di aver subito un danno patrimoniale o non patrimoniale e il nesso causale di questo con i fatti indicati. Provare tutto questo è tutt'altro che facile: considerato che al momento non esiste alcuna norma specifica per il mobbing, e che per agire giudizio si fa riferimento a normative, del tutto eccellenti, ma pensate e scritte per tutta una serie di casi e non specificamente per il mobbing (art. 2087 c.c.).

Autore: Tommaso Dilonardo 15 feb, 2023
Un caso particolare di illegittimità del contratto a tempo determinato. Il contratto a tempo determinato, perché non abbia vizi, deve rispettare una normativa molto puntuale. Questo deriva dal fatto che il termine a un contratto costituisce una caratteristica che penalizza moltissimo questo rapporto, rispetto soprattutto al tipo ordinario di rapporto di lavoro, quello subordinato a tempo indeterminato che resta sempre il contratto tipico. Qui non analizzerò tutti i tipi di illegittimità del contratto a tempo determinato, ma solamente un tipo di illegittimità. Il contratto deve esistere e dev'essere sottoscritto, sia dal datore di lavoro che dal lavoratore, in mancanza di questo è illegittimo. Il modello Unilav non è un contratto, ma solo un importante documento che fornisce indicazioni sul rapporto di lavoro. Se quindi al momento dell'inizio del rapporto il contratto, nonostante sia stato formalizzato a tempo determinato, non vi è stato consegnato e non l'avete firmato, il vostro contratto è illegittimo e consente di chiedere al datore di lavoro il risarcimento del danno e la conversione del rapporto a tempo indeterminato.
Autore: Tommaso Dilonardo 06 apr, 2022
Cercherò di fare, in estrema sintesi, il punto della situazione. Dopo la conversione in legge del Decreto dignità, sarà necessario comprendere quale norma applicare al caso concreto e soprattutto quale interpretazione darà la giurisprudenza alle nuove norme. Le modifiche più significative sono le seguenti: I contratti acausali possono essere stipulati per un massimo di dodici mesi; la durata massima è fissata in ventiquattro mesi con un massimo di quattro proroghe: (eccetto che per le attività stagionali, per il personale artistico e tecnico delle fondazioni di produzione musicale, e altri casi specifici) il superamento dei dodici mesi può avvenire solo per: sostituzioni; esigenze straordinarie, temporanee e oggettive; incrementi temporanei e non programmabili dell'attività ordinaria; il termine per l'impugnazione è aumentato da centoventi a centottanta giorni dalla cessazione del contratto. Al momento, le normative applicabili ai contratti a tempo determinato sono dunque quattro: fino al 13/7/2018 il D.lgs. 81/2015; dal 14/7/2018 all'11/8/2018 il D.L. 87/2018; dal 12/8/2018 la legge 96/2018; dall'1/11/2018 art. 1, comma 2, L. 96/2018.
Autore: Tommaso Dilonardo 06 apr, 2022
In caso di somministrazione illecita, il lavoratore può chiedere il risarcimento del danno e l'assunzione all'utilizzatore.
Autore: Tommaso Dilonardo 27 feb, 2022
Il lavoratore ha un pieno diritto di difesa che dev'essere esercitato con molta attenzione, per evitare che tale diritto di difesa sia leso o vanificato.
Autore: Tommaso Dilonardo 27 feb, 2022
Dopo l'entrata in vigore del Jobs act, i risarcimenti dovuti al lavoratore per la illegittimità di questo licenziamento si sono notevolmente ridotti. Tuttavia "Il criterio di commisurazione dell’indennità da corrispondere per i licenziamenti viziati sotto il profilo formale o procedurale, ancorato in via esclusiva all’anzianità di servizio, 'non fa che accentuare la marginalità dei vizi formali e procedurali e ne svaluta ancor più la funzione di garanzia di fondamentali valori di civiltà giuridica, orientati alla tutela della dignità della persona del lavoratore'. Soprattutto nei casi di anzianità modesta, 'si riducono in modo apprezzabile sia la funzione compensativa sia l’efficacia deterrente della tutela indennitaria': la soglia minima di due mensilità non è sempre in grado di porre rimedio all’inadeguatezza del ristoro riconosciuto dalla legge."
Autore: Tommaso Dilonardo 27 feb, 2022
Tutti i licenziamenti si possono impugnare. Se viene accertata l'illegittimità del licenziamento, il lavoratore ha diritto a un risarcimento e, in alcuni casi, alla reintegrazione nel posto di lavoro.
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